Caos scuola: sospensioni ed errori da parte degli USP. Docenti in rivolta

Situazione ancora irrisolta quella delle convocazioni dalle GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze), nonostante le rassicurazioni del Ministro dell’istruzione Lucia Azzolina sul regolare svolgimento delle assegnazioni. Numerosi, infatti, gli errori da parte degli USP (Uffici Scolastici Provinciali) di molte province italiane, dovute a ritardi nelle chiamate e punteggi falsati, a cui aggiungere le difficoltà di un sistema di comunicazione farraginoso e ostacolato da numerose difficoltà tecniche. Comprensibile lo stato avvilito e demoralizzato della platea di docenti precari, in attesa delle sospirate convocazioni. Gli uffici sono tempestati di segnalazioni, ricorsi e telefonate con richieste di informazioni utili, restii tuttavia  concederli se non in forma approssimativa.

Nella giornata di ieri si è tenuta un’altra manifestazione da parte dei docenti precari, che si sono recati presso la sede dell’USP di Napoli, in Via Ponte della Maddalena, con richieste di tempestività e trasparenza sulle graduatorie. Gli uffici, chiusi al pubblico e ai sindacati per le misure contenitive del COVID 19, sordi alle istanze dei docenti, si sono rifiutati di ricevere delegazioni per rispondere alle loro esigenze e chiarire i dubbi. Nel frattempo, l’avvio dell’a.s. è stato fissato per stamane in Campania ma, ad oggi, persistono gravi mancanze di personale a disposizione delle scuole, costrette a ridurre l’orario delle lezioni senza copertura di posti per le materie di indirizzo. Molti docenti, in posizioni elevate nelle GPS con presa di servizio regolare per il triennio precedente, sono stati scavalcati da convocati con punteggio inferiore; altri ancora, denunciano irregolarità di servizio e punteggi errati, ma senza riceverne motivazioni. La protesta riguarda anche il personale Ata, che ha reclamato per la mancata attribuzione di cattedre e contratti spettanti per priorità dovuta alla posizione in graduatoria.

Analogamente, anche a Firenze proprio oggi, giovedì 24 settembre (h. 10:30 a. m), si sta tenendo una manifestazione da parte dei docenti, riunitisi dinanzi agli Uffici dell’USP, sporgendo reclami per difendere i propri diritti a lavorare. Lo scorso 22 settembre, infatti, a una settimana circa dall’avvio dell’a.s. in Toscana, sono stati pubblicati gli incarichi TD (a tempo determinato) per il posto comune della scuola secondaria di I /II grado, revocati il giorno successivo con la generica motivazione: “A seguito di un controllo d’ufficio, si sono rilevate incongruenze che richiedono la revisione dei conferimenti”. Le nuove proposte di nomina, quindi, sono sospese in attesa di nuova pubblicazione. Non poco il disagio arrecato a quanti, consapevoli dell’immediata presa di servizio dopo le assegnazioni, si sono precipitati a raggiungere il luogo convenuto, interrompendo indennità di disoccupazione (unica fonte di reddito nella circostanza presente), con trasferte estenuanti e costose, per poi vedersi “sfumare” dinanzi la propria occasione. Molti ancora gli esclusi dalle ultime convocazioni, nonostante le cattedre disponibili. Tra le situazioni più assurde, la volontà di autodenuncia per punteggio gonfiato da parte di docenti, mai accolta dall’ufficio o la segnalazione all’USP di cattedre scoperte in alcuni istituti ma non citate nei posti disponibili.

Il dramma è vissuto non solo da parte dei docenti, ma anche dei D.S., privi di personale e con classi sguarnite, costretti a riduzioni orarie e a forti revisioni nella programmazione dell’attività didattica. Spinti dalle necessità, alcuni istituti hanno bypassato il sistema di chiamate da GPS, anticipandole con chiamate da GI (Graduatorie interne d’istituto), per accelerare i tempi, ma con scarsi risultati, dato il rifiuto da parte di molti docenti di contratti troppo brevi per un’adeguata retribuzione e punteggio e con il timore di una preclusione degli incarichi annuali.

I docenti precari di tutta Italia, stremati dall’incertezza e avviliti sempre più dal miraggio di una cattedra, si stanno coalizzando sui social per levare la voce a sostegno dei propri diritti e istanze, in attesa di una risoluzione definitiva: dallo slogan #eccolamiacattedra (a sfondo sarcastico), postato sulle pagine Facebook di molti docenti il primo giorno di scuola, fino a mail bombing, cartelloni, striscioni e assedi dell’USP.

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