Inquietude è il nome di un gruppo di quattro giovani artisti di Cantù presentatosi alle audizioni di X Factor 12 con un loro brano inedito Dove siamo stati bene. Un collettivo dalla formazione piuttosto insolita, due voci, una chitarra e un violino, che è riuscito a destare stupore ed interesse. Voci calde, sonorità indefinibile e video piuttosto astratti: questo è il marchio Inquietude. Un collettivo che ha preso forma poco meno di due anni fa, quando Alessandro Pacco(Or’mai), Edoardo Mascheroni(Malefactor), Pietro Fichtner, Lorenzo De Leo(Dele), dalle idee ben chiare, hanno scoperto, nonostante le diversificate influenze musicali, una forte affinità : l’amore per la musica. Una musica che affonda le radici in un terreno già noto come quello di Flume, dei Son Lux, Kendrik Lamar, Daughter, ma allo stesso tempo si eleva per veder fiorire qualcosa di innovativo, di inconsueto – come quel brillante Narciso sfiorì abbracciato a se stesso, rievocando un brano pubblicato poco più di un anno fa, che tanto ci ricorda La metamorfosi di Narciso di Salvator Dalì. Inquietude dimostra di dedicarsi a testi mai banali e, su un amatoriale sfondo di brevi sequenze realistiche, si snoda la prima storia: la storia di Clara. Una donna dai tratti delicati e sensuali che incarna l’arte, si veste di arte. Questo brano è una sorta di dichiarazione per la musica- un rapporto morboso e dipendente. E questa unione incondizionata è sancita da Che ne sarà di me, un vero tuffo freddo nelle loro giovani vite. La loro voglia di scrivere non si placa e pian piano si muovono sulle note già note di Dove siamo stati bene. Un brano che esalta quel che è stato e non è più. Un ricordo piacevole che non merita di esser rivissuto, non merita di esser sporcato, non merita di esser ricordato, perché l’atto del ricordare non conserverà mai la dolcezza, la bellezza del ricordo. E allora ci chiediamo”ma dov’è che siamo stati bene?!”.
Come se fosse un sequel, Solo e Non ho mai, sono i primi due estratti del primo disco di Inquietude, due brani che rappresentano un po’ la ripresa e il continuo di una storia già narrata.
Alcuni componenti del gruppo hanno anche intrapreso percorsi da solisti. Non a caso, alla domanda perché hai deciso di dar vita e voce ad alcuni testi da solita , Alessandro Pacco dice ‘’ Ognuno di noi coltiva progetti solisti o incrociati con gli altri membri o con le persone che gravitano attorno al mio studio, quindi è sempre scontato lavorare a molti progetti paralleli per non dover relegare tutta la nostra espressione a Inquietude che è come se fosse un’ identità a sé, qualcosa che respira e vive di vita propria’’. Ha dato vita ad un progetto solita fortemente cantautorale che spazia dalla chitarra e voce ai drop EDM fino alla trap. Afferma ‘’ho fiducia che la musica italiana possa ritrovare nel cantautorato le proprie radici e la propria più alta forma di espressione’’. In attesa di un suo nuovo album, tra due settimane esce Vento caldo, un brano che chiude la triade già cominciata con Stefano e Karla sull’orlo. ‘’L’idea è quella di portare con delle grandi variazioni sul piano strumentale dei racconti contorti, malati, che si muovono su un piano onirico, per poter parlare delle turbe adolescenziali’’. Chi non si riconosce nella solitudine di Stefano? Nel suo desiderio di fuggire dalla città natale per poi riapprodarvi e guardare tutto con gli occhi del fanciullino pascoliano?! Chi non si riconosce nel riflesso sbiadito di Karla? Karla è la metà ferita di Stefano; è una donna che danza sull’orlo del dimenticatoio; è una donna che naviga nel ricordo perduto. Ed è questa melanconia, questi testi così impregnati di tormento, che permettono di affondare al loro interno e sguazzarci, perché c’è una pura identificazione.
Nell’attesa di futuri progetti, non posso che invitarvi all’ascolto.
FONTE: WWW.YOUTUBE.COM